Organizzazione del convegno
Giovanni De Simone (CNR), Stefano Bianco (INFN), Anna Grazia Chiodetti (INGV), Mario Locati (INGV)
Organizzazione delle sessioni
Emanuela Secinaro (INRIM), Roberta Maggi (CNR), Silvia Giannini (CNR), Susanna Terracini (INDAM), Francesco Lazzarini (ISPRA), Pasquale Lubrano (INFN), Francesca Di Donato (CNR), Roberto Caso (UniTN), Angela Saraò (OGS), Alessandra Giorgetti (OGS), Roberta Vigni (ISPRA), Antonella Gasperini (INAF)
Segreteria
Rita Ciampichetti, Valentina Desantis e Sara Santorsa (CNR) - Irene Piergentili, Lia Sabatini (INFN LNF)
conper.openscience@lists.infn.it
Il gruppo di lavoro Open Science della Consulta dei Presidenti degli Enti pubblici di ricerca (CoPER) - in collaborazione con il gruppo di lavoro Valutazione - organizza il suo primo convegno nelle giornate del 6 e 7 dicembre a Roma presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. L'obiettivo del convegno è sia di fare il punto sul lavoro svolto e sulle prospettive a breve e medio termine, sia di realizzare collegamenti esterni a CoPER per stabilire o rafforzare sinergie nel variegato mondo della Scienza Aperta.
Il gdl Open Science nasce nel dicembre 2021 per favorire il coordinamento sulla tematica della scienza aperta tra gli enti di ricerca e tra gli enti di ricerca e le università rappresentate dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI). Il programma dei lavori adotta gli assi di intervento individuati dal Piano Nazionale Scienza Aperta - PNSA (accesso alle pubblicazioni scientifiche, valutazione della ricerca, Open Data).
Il convegno prevede una sessione di lavoro il pomeriggio del 6 dicembre ed una sessione pubblica la mattina del 7 dicembre. La sessione del 7 dicembre è divisa in quattro sotto-sessioni, ognuna dedicata a uno degli aspetti strategici per l'implementazione di buone pratiche di Scienza Aperta. Per ogni sotto-sessione sono previste delle brevi relazioni ad invito, seguite da momenti di discussione propedeutici alla realizzazione di future sinergie.
La partecipazione è libera con registrazione obbligatoria.
È possibile la partecipazione da remoto attraverso l'applicazione open source Blue Meet del GARR (le istruzioni verranno inviate ai partecipanti registrati) con possibilità di interazione via chat.
L' evento sara' anche disponibile in streaming (senza interazione via chat):
Youtube dalla home del canale Rete GARR: https://www.youtube.com/@GARRTV con link diretto alla pagina https://www.youtube.com/watch?v=LkzJ528ALNQ
GARRTV alla pagina https://www.garr.tv/stream/63872ee1f6bd4817911b654f
Coordinano: Susanna Terracini (INDAM), Francesco Lazzarini (ISPRA), Pasquale Lubrano (INFN), Francesca Di Donato (CNR).
L'accesso alle pubblicazioni, le pratiche di Scienza Aperta e il sistema (non solo italiano) di valutazione della ricerca sono strettamente intercorrelati. Dopo molti anni di stasi sta emergendo una sensibilità verso modalità di valutazione non più ancorate agli indicatori bibliometrici e alla cultura del publish or perish. Come ci confrontiamo con le esperienze e le recenti proposte della UE, in particolare con l’Agreement on reforming research assessment di recente sottoscrizione? Quali le proposte per coniugare la valutazione dei singoli ricercatori, dei singoli progetti di ricerca e delle organizzazioni che svolgono attività di ricerca? Quali spazi riconoscere alle pratiche di open science nel nuovo approccio alla valutazione della ricerca? Quali sono le istanze promosse dalla comunità accademica e dal PNSA? Quali sono le difficoltà incontrate dagli organismi governativi di valutazione ad abbandonare o almeno ridurre la bibliometria e il ricorso ai database proprietari? Come si incarnano i nuovi principi nelle carriere e nei finanziamenti degli EPR e Università? Cosa succede nella realtà accademica e di ricerca dei Paesi europei?
Access to scientific journals, Open Science good practices and research evaluation systems (in Italy and worldwide) are closely intertwined. After many years, a new sensibility is emerging for research evaluation methods not rigidly connected to bibliometry and to the publish or perish culture. How do we face the recent proposals from the EU such as the Agreement on reforming research assessment ? What proposals do we have to match evaluation of careers for researchers, individual project funding and research institute funding ? What are the instances from the academic community and the Piano Nazionale Scienza Aperta ? What difficulties do governmental research evaluation face in order to abandon (or at least reduce) bibliometric metrics and the use of proprietary databases (WOS and SCOPUS) ? How do the new proposed principles become operational in researchers’ careers and project funding ? What is happening in the research community abroad ?
Coordinano: Emanuela Secinaro (INRIM), Roberta Maggi (CNR), Silvia Giannini (CNR), Anna Grazia Chiodetti (INGV).
Il mercato del sapere della ricerca pubblica è dominato da interessi commerciali oligopolistici che ostacolano l'accesso alla conoscenza. Vari protagonisti del mondo accademico sono attivi da tempo per realizzare sinergie e distribuire l'informazione. La sessione ha lo scopo di studiare ciò che è stato realizzato e gli obiettivi prioritari del gdl Openscience di CoPER e dell' Osservatorio Openscience della CRUI. Quali sono le tematiche prioritarie per un'azione congiunta CoPER - CRUI? Quali sono i risultati dei sondaggi promossi da CoPER e CRUI? Quali sono i problemi aperti e le prospettive sul mercato mondiale delle pubblicazioni scientifiche? Quale é lo stato dell' arte delle linee guida sul monitoraggio degli oneri di pubblicazione? Cosa possiamo aspettarci da altri modelli di pubblicazione e comunicazione scientifica? Quali sono le sfide e opportunità delle nuove piattaforme europee (ORE, etc) ?
Coordinano: Stefano Bianco (INFN), Roberto Caso (UniTN)
L'accesso al sapere della ricerca pubblica è fortemente ostacolato da un quadro giuridico che in Italia pone più vincoli del resto d'Europa. Un disegno di legge (c.d. Gallo) della scorsa legislatura si è fermato in Senato nel 2019 dopo essere stato approvato alla Camera. Il disegno di legge prevedeva l’introduzione nella legge sul diritto d’autore di un diritto di ripubblicazione in Open Access. Si tratta di un meccanismo giuridico presente in altri Paesi europei. La Commissione UE ha iniziato a studiare le prospettive di riforma del diritto d’autore in ambito scientifico prendendo in considerazione anche il diritto di ripubblicazione, oltre ad altri meccanismi giuridici come le eccezioni e limitazioni e le licenze obbligatorie. La riflessione europea si inquadra in un movimento internazionale teso a proporre riforme che rendano il copyright più adatto a garantire la libertà accademica e il progresso della conoscenza. Come si inquadra l' atipicità italiana nel quadro europeo e internazionale? Quali sono sfide ed opportunità di una revisione della legge sul diritto d'autore? Quale e' un modello accettabile per tutti i portatori di interessi? Qual è lo stato normativo del diritto d'autore dei dati della ricerca ?
Coordinano: Mario Locati (INGV), Angela Saraò (OGS), Alessandra Giorgetti (OGS), Roberta Vigni (ISPRA)
La Scienza Aperta si fonda sulla condivisione efficiente ed efficace dei risultati della ricerca tramite nuove tecnologie di telecomunicazione non proprietarie. Lo scambio e uso di dati scientifici trae particolare giovamento da questo approccio, rendendo di fatto i dati uno dei cardini su cui si basa l’attività dei ricercatori e della comunità più ampia che utilizza questi dati per servizi istituzionali diffusi o anche a fini commerciali. L’UE sta investendo molto sui dati della Ricerca e mira alla creazione di un mercato comune dei dati aperti. Grandi iniziative come Open Science Cloud sono una testimonianza tangibile di questa visione. La sensibilità generale alla condivisione dei dati è certamente aumentata anche grazie all’emergenza sanitaria legata al COVID. In Italia, alcuni recenti progetti di Ricerca finanziati con il PNRR si focalizzano proprio sulla costruzione di infrastrutture dati che saranno sempre più necessarie per affrontare le nuove sfide dettate dalla Scienza Aperta Questa sessione mira a fornire un quadro delle principali linee guida comuni per governare la condivisione dei dati e presenterà degli esempi di come alcuni EPR stanno affrontando la questione.
Sommario
Questo intervento ha lo scopo di presentare alcune riflessioni sulla situazione attuale e sulle necessità legate alla implementazione del Piano Nazionale per la Scienza Aperta (PNSA). La transizione verso la scienza aperta come “normale” approccio alla scienza è inevitabile. La "European Research Policy Agenda 2022-2024” pone la realizzazione della Scienza Aperta come prima azione da implementare e indica al secondo e terzo posto azioni che sono complementari a questa. Gli Enti di Ricerca si stanno già muovendo per supportare i loro ricercatori nella conduzione di ricerche secondo il paradigma aperto, creando e mettendo a disposizione competenze e risorse. Il processo iniziato dagli Enti però da solo non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi indicati nel PNSA. Tra le azioni prioritarie necessarie per rendere il piano operativo ci sono senz’altro l’introduzione di una struttura di coordinamento, di una infrastruttura tecnologica nazionale, di appropriate normative nazionali e di programmi di formazioni e supporto per gli attori che operano nel mondo della ricerca. Inoltre, appare evidente anche la necessità di potenziare la ricerca in tutte quelle aree coinvolte nella identificazione di soluzioni in grado di rendere più semplice e sostenibile l’implementazione del paradigma scienza aperta.
Sommario
Nell’aprile 2020, nel pieno della pandemia da Covid-19, il comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite ha pubblicato un “Commento Generale” sull’Articolo 15 della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. In questo documento si declina un diritto umano universale alla Scienza, inteso come diritto a partecipare al processo di indagine scientifica e a beneficiare dei risultati della ricerca. Possiamo oggi argomentare che anche la Scienza Aperta è un diritto umano? La risposta è si.
Note biografiche
Federico Binda è ricercatore presso il dipartimento di Matematica dell’Università degli studi di Milano. Dal 2018 è membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e membro dalla sua fondazione di Science for Democracy, per la promozione del diritto alla scienza.
Sommario
La relazione mira a commentare criticamente la politica italiana in materia di scienza aperta. Saranno affrontati tre aspetti: proprieta' intellettuale e regolazione dei dati, valutazione della ricerca e infrastrutture.
Note biografiche
Roberto Caso è Professore Associato di Diritto Privato Comparato all’Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza, e co-direttore del Gruppo LawTech. Insegna Diritto Civile, Diritto Comparato della Proprietà Intellettuale, Diritto comparato della privacy, Diritto d'autore e arte, CopyrightX Trento. Ha pubblicato in qualità di autore o curatore libri e articoli in materia di Proprietà Intellettuale, Diritto d'autore, Diritto dei brevetti, Diritto della Riservatezza e Protezione dei Dati Personali, Diritto dei Contratti e Responsabilità Civile. E’ Presidente dell’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta (AISA).
Pubblicazioni in
https://webapps.unitn.it/du/it/Persona/PER0000633/Curriculum
Sommario
Questa presentazione vuole offrire il punto di vista di GARR rispetto all’universo dei servizi a supporto della ricerca e dell’Open (software ma non solo).
La costante evoluzione tecnologica ha negli ultimi 10 anni subito una notevole accelerazione, dovuta all'azione di alcuni soggetti di mercato che hanno costruito un modello di business dirompente. Questa accelerazione, e la proliferazione di servizi apparentemente gratuiti o con costi estremamente bassi hanno trasformato l’uso dei servizi online e le aspettative degli utenti a riguardo e il mondo accademico e della ricerca non ha fatto eccezione.
Un ruolo chiave in questo processo è giocato dall'accesso libero agli strument, principalmente connesso con GNU/Linux e i modelli di sviluppo supportati da licenze aperte come le GPL. L'OpenSource è quindi la base sulla quale in questi anni le aziende stanno costruendo il loro valore. Anche se parliamo di sviluppo, in questo modello sostanzialmente opportunistico si sviluppa solo lo stretto necessario e per il resto si fa integrazione di mattoni di base già esistenti: questo approccio, che potremmo definire noCode o lowCode, permette di essere molto più rapidi nella messa in produzione di un servizio.
Con questo paradigma, durante la pandemia GARR ha reso disponibili una serie di soluzioni di videocomunicazione basate su software aperto che vanno considerate non come il tentativo di ricavarsi una nicchia di mercato alternativa ai GAFAM o ad altre soluzioni proprietarie, ma come il Proof of Concept di un approccio alternativo alla loro adozione. Parliamo del fatto di ridare valore alle soluzioni in-house, sviluppate con le competenze e il supporto di una comunità. Le competenze sono l’elemento chiave di questo discorso e il ricorso all’outsourcing e alla acquisizione di servizi in cloud apparentemente vantaggiosi da un lato spesso nasconde la mancanza di volontà o di capacità di gestire questi aspetti, dall’altro mette le organizzazioni un una situazione faustiana: l’adozione di piattaforme chiuse, rinunciando alla competenza nella loro gestione ed evoluzione, è per chi fa ricerca e educazione un vero e proprio vendere l’anima al diavolo e, una volta fatto questo passo è molto difficile tornare indietro.
È quindi più che mai necessario rimettere al centro le competenze e questa per la comunità della ricerca e dell’istruzione dovrebbe essere una questione di missione. Spesso l’acquisizione e la ritenzione di competenze ICT viene vista come un problema, o meglio ancora un costo. È però importante domandarsi se le competenze siano davvero un costo e non un guadagno. Chiaramente è tutta una questione di prospettiva: se le si vede come servizio da acquistare sul mercato, allora sono un costo, ma se le vediamo come capacità di produrre è un guadagno enorme, che ci permette di gestire la complessità e produrre innovazione, ma soprattutto di essere protagonisti e non consumatori dell’evoluzione tecnologica.
Questa riflessione è stata fatta con in mente i servizi, area di competenza e interesse prevalente dell’autore, ma questa centralità delle competenze e la necessità di stare ben attenti a cosa si delega vale altrettanto per molte altre cose che vanno sotto l’etichetta “Open”: Open Data, Open Educational Resources, Open Access, e via di seguito. Tutte cose in cui GARR, nella doppia accezione di comunità e di infrastruttura abilitante, è chiamato a confrontarsi, non solo a livello di principi (chi esiste qualcuno che è contro il principio di apertura?) ma di servizi, collaborazioni e competenze da creare.
Note biografiche
Massimo Carboni si è laureato in Fisica all'Università degli Studi di Roma La Sapienza e da oltre 30 anni si occupa di calcolo e reti. Nell'ambito del calcolo scientifico, dagli anni ‘90 si è occupato della transizione dai sistemi di calcolo proprietari a quelli aperti (Unix). Durante questo periodo ha partecipato allo sviluppo di simulazioni software di tipo Montecarlo per la fisica nucleare e subnucleare (HEMAS, FLUKA). Dalla fine degli anni ‘90 svolge la propria attività nell'ambito del networking acquisendo una notevole esperienza nel campo delle reti ottiche, delle reti a pacchetto e su tematiche infrastrutturali collegate alle reti trasmissive. È stato responsabile della progettazione della rete GARR-G (2002) e successivamente di GARR-X (2009) e il coordinatore tecnico del progetto GARR-X Progress (2013-16). Nell'ambito dell'evoluzione di rete europea GÈANT ha fatto parte del team di esperti che ha progettato l'attuale dorsale paneuropea GÈANT in fibra. Oggi è vicedirettore e Chief Technical Officer del GARR, dove coordina il dipartimento Infrastruttura. È inoltre a capo del progetto GARR-T (Terabit) che sta realizzando la nuova generazione di infrastruttura di rete nazionale per l’università e la ricerca.
Sommario
Negli ultimi anni non sono mancati contributi teorici sulla equità e desiderabilità dei mutamenti in atto nel mercato editoriale scientifico, ma molto poco ancora sappiamo delle scelte operate dai ricercatori e in particolare dell’uso effettivo dei contratti trasformativi. Abbiamo indagato le scelte di pubblicazione di articoli dei corresponding authors dell’università di Milano nel corso del 2021, distinguendo per disciplina e ranking della rivista. Le prime evidenze empiriche mostrano difficoltà da parte dei ricercatori Unimi nel recepire le opportunità offerte dai contratti trasformativi, a fronte di un numero considerevole di articoli aperti a pagamento e una certa eterogeneità di comportamenti a seconda dei campi disciplinari. L’analisi statistica mostra, inoltre, che al crescere del posizionamento della rivista cresce la probabilità che l’articolo sia su una rivista coperta da contratti trasformativi rispetto ad altre modalità di pubblicazione, ma paradossalmente decresce la probabilità di chiederne la validazione. Infine, nel passaggio da ambiti disciplinari non bibliometrici ad ambiti bibliometrici cresce la probabilità di pubblicare su riviste Gold open access rispetto a riviste coperte da contratti trasformativi.
Note biografiche
Laura Berni, laureata cum laude in Lettere Moderne, lavora dal 2004 presso Biblioteca Digitale della Direzione del Servizio Bibliotecario dell’Università degli Studi di Milano. Si è dedicata in special modo ai grandi contratti delle riviste elettroniche dei più importanti editori scientifici internazionali e svolge opera di comunicazione e formazione interna all’ateneo attraverso le pagine online dedicate al servizio Autori, seminari via Teams o in presenza per bibliotecari e per autori Unimi di tutti gli ambiti disciplinari. Dal 2020 è l’Approval Manager per i contratti trasformativi sottoscritti dall’Università degli Studi di Milano ed è la referente del servizio dedicato agli Autori in merito ai modelli economici per la pubblicazione open access, offerti dalla Biblioteca Digitale. Nel 2021 ha conseguito, come vincitrice di borsa di studio INPS, il Master “Management delle università: organizzazione, trasparenza, valutazione nell'amministrazione degli atenei” presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza conclusosi con un project work dedicato al tema dell’accesso aperto dal titolo: “La biblioteca digitale dell’Università degli studi di Milano nel periodo pandemico COVID-19: l’ottica dell’accesso aperto”.
Francesco Zucchini, dottore di ricerca presso l’università di Firenze (1995) e professore ordinario di Scienza Politica, insegna “Models of Political Analysis”, “Positive Political Theory” e Topics in rational choice institutionalism all’Università degli studi di Milano dove è anche docente nel Master di Giornalismo “Walter Tobagi”e vice-coordinatore del corso di laurea magistrale “Economics and Political Science”. Si occupa prevalentemente di comportamento elettorale, processi legislativi, governo e corti. Ha trascorso periodi di studio e ricerca come visiting student e visiting scholar presso Harvard University, UCLA e l’Università di Vienna. E’ stato coordinatore del dottorato “Political Studies”, NASP-Unimi fra il 2014 e il 2019 e dirige il web magazine Naspread.eu. Membro in carica del direttivo della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) fa parte del gruppo di lavoro nominato dal direttivo stesso “Rapporti con le riviste, Anvur, Valorizzazione dei prodotti della ricerca”. E’ stato incaricato da direttore del dipartimento di cui fa parte (Scienze Sociali e Politiche) di occuparsi dei contratti trasformativi nelle scienze sociali.
Animatori della discussione: Carlo Cipolloni e Roberta Vigni (ISPRA), Mario Locati (INGV), Alessandra Giorgetti e Angela Saraò (OGS), Marco Biagetti (INAPP)
Il movimento dell’Open Access legato alle pubblicazioni scientifiche ha assunto in Italia una dimensione ragguardevole in termini di gruppi e iniziative anche grazie a un percorso ormai ventennale. Il mondo che ruota attorno agli Open Data ha una storia più limitata, ancora pochi sono gli esempi a cui fare riferimento e ancora molta è la strada da fare affinché si diffonda una sensibilità a una gestione più consapevole dei dati scientifici, che non può essere lasciata sulle spalle dei partecipanti ai singoli progetti di ricerca o del ristretto gruppo di lavoro che quei dati li ha generati. La pubblicazione di dati può rivelarsi un’attività onerosa, che richiede una attenta pianificazione nel breve ma anche nel lungo periodo e deve tenere conto di un quadro normativo in continua evoluzione. Questa tavola rotonda intende presentare alcuni degli aspetti salienti che caratterizzano gli Open Data, offrendo la possibilità di un confronto tra i soggetti che negli EPR sono chiamati a governare questo settore.
All'inizio della tavola rotonda sono previsti tre brevi interventi introduttivi seguiti da un dibattito coordinato dagli animatori.
Introduzione alla condivisione dei dati. L’intervento affronterà il quadro normativo e le specifiche tecniche dei dati territoriali e le relazioni con la normativa sui dati aperti, mettendo in evidenza i diversi percorsi di identificazione e classificazione dei dati anche al fine di pubblicarli con API in forma aperta. Presenterà il quadro di riferimento tecnico operativo a livello nazionale per gestire e pubblicare e validare le varie risorse (dati, metadati, vocabolari, ontologie, servizi) e le iniziative per la gestione degli identificativi univoci.
Relatore: Carlo Cipolloni (ISPRA)
La gestione di dati sensibili. L'intervento evidenzierà alcune differenze nei dati utilizzati per le scienze esatte e per le scienze sociali, partendo dal caso delle basi dati INAPP sia periodiche che occasionali. Si parlerà della differenza tra informazioni libere e non libere per problemi legati alla privacy per la presenza di dettagli su imprese e singoli individui. L’accesso a questi microdati segue delle procedure di accesso specifiche a fronte di apposite richieste e comunque secondo quanto stabilito nella Direttiva 11/2018 del Comstat. Si mostrerà come è possibile comunque condividere i risultati aggregati tramite letteratura grigia fruibile ed aperta, menzionando anche lo scoglio della difficile replicabilità degli studi.
Relatore: Marco Biagetti (INAPP)
Introduzione alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). Negli ultimi tempi sono stati fatti diversi passi in avanti per innovare e migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione. Si stanno costruendo quelle infrastrutture digitali necessarie a fare in modo che le tante pubbliche amministrazioni possano essere viste come un unico soggetto che possa fornire servizi sempre più efficienti a cittadini e imprese. Pensiamo ad esempio a Spid, a PagoPA e di recente anche alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati. Ma cosa è la PDND? Abbiamo spesso sentito dire che i sistemi digitali delle pubbliche amministrazioni “non parlano tra di loro”. La PDND è stata pensata proprio per consentire di rendere interoperabili tra loro le pubbliche amministrazioni. Con un occhio particolare ai dati, per realizzare il principio del “once only” e fare in modo che cittadini e imprese non debbano fornire più volte dati già in possesso di qualche PA.
Relatore: Vincenzo Patruno (ISTAT)
Giovanni De Simone, Pres. CNR, Pres. CoPER, coordinatori gdl
Susanna Terracini, Francesco Lazzarini, et al ----
Abstract
In July 2022 ANVUR has finished the works of the third Italian Evaluation of Research Quality, called VQR. It was referred to research accomplished within the period 2015-2019 by Universities, Public Research Institutes supervised by the Ministry, other Institutions performing research activities and participating to the VQR on a voluntary basis. In particular, the VQR was aimed at evaluating the results of the scientific research of the Italian Institutions and their related internal subdivisions (Departments and similar structures), also taking into account the scientific area. The exercise is also aimed at evaluating Third Mission activities carried out by the Italian Institutions and their internal divisions, whose impact occurred in the period 2015-2019. Within this context, we will present some results collected during the VQR 2015-2019, concerning evaluation and open science, with particular reference to the multi-dimensionality aspect of the assessment, the use of the indicators in the evaluation process, the articles available in open access.
Biography
Alessandra Celletti è Professoressa ordinaria di Fisica Matematica all'Università di Roma Tor Vergata. Dal 2020 è membro del Consiglio Direttivo e vice-Presidente dell'ANVUR con delega alla valutazione della ricerca; ha coordinato i lavori della VQR 2015-2019. Dopo la laurea in Matematica presso l'Università La Sapienza di Roma, ha conseguito nel 1989 un dottorato di ricerca in matematica presso il Politecnico Federale di Zurigo (ETH). In seguito, è stata ricercatrice all'Università de L'Aquila fino al 1999 e successivamente professoressa all'Università di Roma Tor Vergata, dove dal 2015 al 2018 è stata direttrice del Dipartimento di Matematica, e dal 2010 al 2020 coordinatrice del Master di II livello in "Scienza e Tecnologia Spaziale". Nel 2019 viene nominata Consigliera di Amministrazione dell'Agenzia Spaziale Italiana, ruolo che mantiene fino alla nomina in ANVUR. Gli interessi di ricerca di Alessandra Celletti comprendono la meccanica celeste, la teoria dei sistemi dinamici, la teoria delle perturbazioni, le traiettorie interplanetarie e lo studio della dinamica dei detriti spaziali. E’ stata presidente della commissione di Meccanica Celeste dell’International Astronomical Union; autrice di circa 170 pubblicazioni scientifiche, monografie e libri divulgativi, è stata invitata come relatrice a numerosi convegni, ha ricevuto diversi premi e progetti scientifici nazionali e della Commissione Europea. L’asteroide 117539 porta il suo nome.
Abstract
The contribution aims at presenting the main elements of the European Initiative on Reforming Research Assessment, and its connections with, and implications for the adoption of Open Science practices.
Biography
Francesca Di Donato is a researcher at the Institute of Computational Linguistics “A. Zampolli ”(ILC) of the CNR. She has a PhD in the History of Political Philosophy, and her research has focused on scientific communication, Open Access and Open Science for more than 15 years. Francesca is a member of the CO-OPERAS Go-FAIR Implementation Network and the ICDI Competence Center on EOSC. Francesca is also a member of the EOSC Association Task Force on Research careers, recognition and credit, and of the G7 Open Science Working Group, Sub-group on Research assessment and incentives. From February to July 2022 Francesca was part of the core group consisting of 20 institutions that drafted the Agreement on Reforming Research Assessment.
Abstract
ANVUR conducts various research evaluation procedures that range from the assessment of research and third mission activities carried out by different National Institutions (the VQR exercise), to the assessment of the scientific qualification of PhD programs and Medical Speciality Schools Faculty board, to the assessment, in the context of the periodic accreditation of Universities, of quality assurance processes for research and third mission activities. The Agency is strongly committed to guarantee independent, rigorous, fair and transparent evaluations and to constantly improve its procedures to pursue the highest Internationally recognised standards. In this respect, ANVUR decided to join the International Coalition on reforming research assessment and to sign the related agreement, in coherence with one of its core activities that is to perform research on research assessment. The Agency, therefore, intends to participate and contribute to the ongoing international discussion that aims at reforming the way research assessment is performed today by introducing new principles, procedures and even indicators. The outcome, carefully balanced and modulated to the National context, will contribute to define how ANVUR will conduct its research assessment activities in the future.
Biography
Menico Rizzi è un componente del Consiglio Direttivo di ANVUR dall’aprile 2020, dove si occupa di valutazione in area biomedica, dottorato di ricerca e di ricerca sulla valutazione. Professore ordinario di Biochimica presso l’Università del Piemonte Orientale, laureato in Chimica con lode, dottore di ricerca in Biotecnologie industriali, visiting scientist a EMBL-Amburgo con EMBO fellowship, Università di York, Università di Kyoto, National Institute for Infectious Diseases, Tokyo. Docente di biochimica e biofisica in Scuole patrocinate dall'UNESCO per studenti di dottorato in Paesi Africani. Responsabile scientifico di svariati progetti finanziati da Istituzioni nazionali e Internazionali e in particolare dalla Commissione Europea in diversi programmi quadro (FP5-6-7). Co-fondatore della spin off accademica iXTAL Srl. Coordina un gruppo di ricerca che si occupa dello studio biochimico e biofisico di proteine di interesse medico in malattie infettive legate alla povertà e nel cancro. Dal 2016 è membro del gruppo di esperti del programma INN presso WHO anche con ruolo di vice-chair per i farmaci biologici durante le Consultazioni e co-fondatore della scuola globale "School on INN" di WHO.
Biography
Dr Sylvie Rousset, Director of Open Research Data Department (DDOR), French National Centre for Scientific Research (CNRS), is a senior researcher at CNRS. From 1997 to 2007 she was a research group leader in nanosciences at the Quantum Materials and Phenomena (MPQ) laboratory, (CNRS / Université Paris Diderot). She then served as director of the MPQ (2007-2010) laboratory. She headed the Nano sciences Center (Priority Research Area) of the greater Paris region (2010-2014) which became the Nano-K Center “From Cold Atoms to Nano sciences” in 2012. In 2014, she became Vice President of Research at the Université Paris Diderot, and in November 2018 she took over the role of Director of the CNRS Scientific and Technical Information Department (DIST), now being the Department of Open Research Data (DDOR).
di Anna Grazia Chiodetti (INGV), Antonella Gasperini (INAF), Mario Locati (INGV).
Sommario
L’indagine, elaborata sul modello del sondaggio inviato alle università dall’Osservatorio CRUI lo scorso anno, intende presentare le diverse azioni intraprese dagli EPR nell’ambito dell’accesso aperto. Molti gli strumenti: archivi, piattaforme editoriali e University press.
Gran parte degli EPR ha adottato un documento di policy e sviluppato archivi istituzionali per raccogliere e rendere fruibili i risultati della ricerca con diversi gradi di accessibilità in ragione delle politiche degli editori. Alcuni enti hanno scelto di intraprendere con successo la Green Road e altri ancora pubblicano riviste in Diamond Open Access. L’esperienza messa in comune servirà a sostenere chi ha appena iniziato la strada della Scienza Aperta e a creare un coordinamento nazionale di Università ed EPR che sarà l’interlocutore del MUR per tutte le azioni previste dal Piano Nazionale Scienza Aperta.
Note biografiche
Anna Grazia Chiodetti, tecnologo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica Vulcanologia, dirige l’Ufficio Beni Culturali e Sistema Biblioteche INGV.
E’ responsabile dell’archivio istituzionale Earth-prints. Coordina le attività del Polo delle Scienze nel Servizio Bibliotecario Nazionale. Sostiene le attività di ricerca per gli aspetti dell’accesso aperto. Nella Commissione OA INGV cura il monitoraggio, le statistiche, la formazione in ambito di accesso aperto.
Sommario
Il progressivo affermarsi dell’accesso aperto, incentivato dalla comunità scientifica europea, ha determinato diversi cambiamenti, sia nell’offerta del mercato editoriale sia nei comportamenti degli autori. Allo scopo di facilitare la transizione verso un mercato editoriale completamente Open Access, la 14th Berlin Open Access Conference ha definito nuove formule contrattuali, note come Transformative Agreement (TA). I TA comprendono sia il costo degli abbonamenti per la lettura della letteratura scientifica (Read) sia una quota per la pubblicazione della stessa in accesso aperto (Publish) e si basano su alcuni principi ben precisi: transitorietà, neutralità dei costi, trasparenza degli accordi e dei costi stessi.
A partire dal 2020 il modello dei TA è stato adottato, con formule diversificate, anche dalle istituzioni italiane. Diventa quindi particolarmente importante verificare l’aderenza degli TA italiani ai suddetti principi, monitorare le tendenze di pubblicazione della comunità scientifica italiana e i costi sostenuti per pubblicare in accesso aperto.
In questo lavoro presentiamo le attività svolte dal CNR su queste tematiche e l’iniziativa europea OpenAPC, che si propone di raccogliere in modo uniforme e sistematico i dati relativi ai costi Open Access sostenuti dalle istituzioni europee.
Sommario
Il diritto d'autore dovrebbe essere al servizio della libertà di pensiero anche in campo scientifico. Un'estesa letteratura giuridica dimostra che così non è. Il diritto d'autore, per come attualmente disciplinato a livello internazionale, europeo e italiano, collide frontalmente con il diritto alla scienza (aperta) e alla ricerca. Per riportare il diritto d'autore alla sua ideale funzione di baluardo della libertà scientifica e accademica occorre porre mano a una riforma organica della disciplina internazionale, europea e italiana. Nella relazione saranno toccati solo due aspetti di tale riforma: 1) le eccezioni e limitazioni 2) il diritto dell'autore scientifico di pubblicare in open access.
Note biografiche
Roberto Caso è Professore Associato di Diritto Privato Comparato all’Università di Trento, Facoltà di Giurisprudenza, e co-direttore del Gruppo LawTech. Insegna Diritto Civile, Diritto Comparato della Proprietà Intellettuale, Diritto comparato della privacy, Diritto d'autore e arte, CopyrightX Trento. Ha pubblicato in qualità di autore o curatore libri e articoli in materia di Proprietà Intellettuale, Diritto d'autore, Diritto dei brevetti, Diritto della Riservatezza e Protezione dei Dati Personali, Diritto dei Contratti e Responsabilità Civile. E’ Presidente dell’Associazione Italiana per la promozione della Scienza Aperta (AISA).
Pubblicazioni in
https://webapps.unitn.it/du/it/Persona/PER0000633/Curriculum
Sommario
L'editoria universitaria, nel panorama dell'informazione digitale, deve porsi a servizio della circolazione e dello scambio dei saperi accademici, svolgendo consapevolmente il suo ruolo per la realizzazione della Scienza Aperta.
L'intervento presenterà il caso di studio di Ledizioni ed illustrerà il suo modello di business, così da evidenziare come si possa coniugare l'esistenza e la crescita di una società editrice commerciale con il modello Open Access/Open Science.
Note biografiche
Nicola Cavalli è dottore di ricerca in Qualità della vita nella Società dell'Informazione e si occupa da circa vent'anni di editoria digitale, con particolare attenzione all'editoria accademica ed all'Open Access.
Attualmente è socio e direttore editoriale di Ledizioni - LediPublishing, consigliere del Gruppo Accademico Professionale di AIE, collaboratore della cattedra di Teorie e Tecniche dei Nuovi Media presso l'Università di Milano Bicocca e business development manager per MLOL - MediaLibraryOnLine. Ha pubblicato e continua a pubblicare articoli e monografie circa l'influsso del digitale sui processi editoriali e di apprendimento.
Sommario
Con il D. Lgs. 200/2021 è stata recepita in Italia la Direttiva (UE) 2019/1024, la cosiddetta Direttiva Open Data. Tale decreto modifica, in alcuni casi sostanzialmente, il Decreto Legislativo n. 36/2006 che rimane il riferimento normativo in tema di apertura dei dati e riutilizzo dell’informazione del settore pubblico. L’art. 12 di detto D. Lgs. 36/2006 dispone che l’Agenzia per l’Italia Digitale adotti le Linee guida per l'attuazione del decreto stesso.
Le linee guida, che quando saranno adottate ufficialmente saranno vincolanti per tutte le PA italiane, contengono opportuni requisiti, quindi indicazioni da implementare obbligatoriamente, relativamente ad aspetti quali formati e modalità di pubblicazione dei dati di tipo aperto, in generale, e delle specifiche categorie di dati individuate nella Direttiva, in particolare; richieste di riutilizzo; licenze e tariffazione; strumenti di ricerca. Altri aspetti comunque ritenuti importanti per il processo di apertura dei dati, come gli aspetti organizzativi, sono stati trattati come raccomandazioni.
L’intervento mira a presentare i principali contenuti delle Linee Guida in corso di adozione, anche con riferimento ai dati della ricerca.
Note biografiche
Funzionario AgID nell’Area Architetture, dati e interoperabilità – Servizio Gestione dati e banche dati, ingegnere per l’ambiente e il territorio, esperto in data management con 20 anni di esperienza lavorativa, in modo preminente nel settore dei GIS e dell’Informazione Geografica e dei dati aperti, sia in aziende ICT che in amministrazioni pubbliche e agenzie governative. In AgID si occupa delle attività relative ai dati e all’interoperabilità e alla implementazione delle relative politiche europee e nazionali che si concretizzano in particolare nella definizione di linee guida, modelli dati e nella gestione dei due cataloghi di dati, il portale dei dati aperti dati.gov.it e il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali geodati.gov.it, e attività ad essi relativi.
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La Commissione Europea sta per pubblicare il regolamento attuativo sui "dataset di elevato valore", che va a completare l'iter della Direttiva 1024/2019 sull'apertura dei dati e il riutilizzo delle informazioni del settore pubblico.
Riprenderemo i principi alla base dell'atto, come indicati nel documento. Vedremo i punti principali degli articoli ed analizzeremo brevemente i dataset che sono stati scelti per ciascuna tematica.
Note biografiche
Ingegnere informatico, si è occupato di open data sia con attività personali, che realizzando progetti di civic hacking a livello internazionale. Nella ricerca universitaria ha sviluppato sistemi informativi territoriali di reti idriche e algoritmi per la loro analisi. Ha esperienza da più di 6 anni di amministrazione pubblica, prima come assessore e poi come consigliere comunale. Open source project leader presso il Dipartimento per la Trasformazione Digitale da febbraio 2021, dove si occupa di riuso, di open source e del progetto PDND - Piattaforma Digitale Nazionale Dati. È membro nominato dall'Italia per l'Open Data Committee.
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Il panorama degli EPR mostra una situazione variegata e in veloce evoluzione per quanto riguarda la gestione e la diffusione dei dati scientifici. Sono ancora pochi gli enti che si sono dotati di regolamenti sull’apertura del dato e di strumenti di gestione codificati che aiutino i ricercatori a districarsi nelle regole sempre più stringenti su questo aspetto. Diverse sono anche le tipologie di dati trattate dagli EPR, dati della ricerca, dati dinamici, dati di elevato valore, tutti dati che, frequentemente, hanno anche una rilevanza strategica nazionale e diversi sono quindi i trattamenti e le normative che li governano. Emergono chiare nei vari EPR le preoccupazioni dei ricercatori sul come districarsi per attuare l’apertura del dato in assenza di figure interne di supporto, o su come conciliare alcuni aspetti con le vigenti regole di valutazione che non tengono in considerazione i dati prodotti o l’attività gestione del dato. E’ necessario quindi che si definiscano al più presto in ogni EPR Le Politiche dei Dati, perché forniscono indicazioni sulle procedure da seguire per pubblicare i dati, procedure che sono adattate alla propria struttura organizzativa chiamata a dotarsi di nuove professionalità con competenze specifiche. Inoltre, una Politica dei Dati deve identificare un soggetto attuatore interno di riferimento e prevedere altresì strumenti gestionali che consentano una migliore programmazione delle attività. La presentazione fornirà una breve panoramica delle esperienze maturate in questi anni negli EPR, evidenziando alcune utili soluzioni adottate, le criticità legate alla mancata valutazione dei dati, e alcune specificità che differenziano enti vigilati e non vigilati dal MUR e alcune differenze con le Università.
Note biografiche
Mario Locati è tecnologo presso la sezione di Milano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), coordina l’Ufficio Gestione Dati e gestisce le banche dati italiane ed europee di sismologia storica con dati che vanno dall’anno mille ai nostri giorni. Dal 2003 si occupa della condivisione di dati sismologici, generati dall'integrazione di dati eterogenei e dal 2013 al 2018 ha partecipato alla formalizzazione della politica dei dati istituzionale. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali finanziati dal MUR, dal Dipartimento di Protezione Civile ed europei (FP6, FP7, H2020 e Horizon Europe). Ha conseguito il “Master in Management of Research, Innovation and Technology” presso la Fondazione MIP del Politecnico di Milano nel 2017.
Qui le fotografie fornite dai partecipanti disponibili con licenza CC-BY.