Speaker
Chiara Lalli
(Filosofa - Bioeticista)
Description
Quando oggi pensiamo agli obiettori di coscienza, ci vengono in mente i ginecologi che non vogliono eseguire interruzioni di gravidanza.
In realtà l’obiezione di coscienza ha confini molto più vasti: le leggi che prevedono l’obiezione di coscienza sono quelle che regolano la sperimentazione animale e le tecniche riproduttive, oltre alla interruzione volontaria di gravidanza.
Non solo: da quando gli obiettori si opponevano all’obbligo di leva, c’è stato un profondo cambiamento semantico dovuto proprio all’entrata dell’obiezione in una legge positiva (la prima è stata proprio quella che prevedeva il servizio civile alternativo a quello armato).
Se fino a quel momento l’obiezione di coscienza si opponeva a una legge, a un divieto o a una imposizione (contra legem), in seguito è stata legalizzata e addomesticata.
L’obiezione di coscienza è entrata nel sistema normativo e l’obiettore, seppure a certe condizioni, è stato autorizzato dalla legge.
Perché non cambiarle nome? Da scelta individuale e non lesiva degli altrui diritti, l’obiezione di coscienza è oggi spesso brandita come arma contro l’esercizio delle singole volontà. È un destino buffo per uno strumento dal sapore liberale e libertario, più affine all’individualismo e alla disobbedienza civile che all’autoritarismo e al moralismo legale.
Primary author
Chiara Lalli
(Filosofa - Bioeticista)