Speaker
Dr
Andrea Roselli
(Universita' di Milano)
Description
Abstract: Einstein, come tutti i fisici prima di lui, era convinto che l'obiettivo della scienza fosse la descrizione di un mondo determinato, definito, indipendente dalla nostra conoscenza. Quando i fisici di Copenaghen cominciarono a parlare di indeterminismo e problema della misura, fu chiaro che la MQ - così com'era - non era compatibile con quella descrizione: si produsse uno iato tra chi, per salvare la nuova teoria dei quanti, era disposto a cambiare la propria idea di "mondo" e chi, al contrario, era convinto si dovesse cercare una teoria migliore, capace di descrivere in maniera classica la realtà. Punto affatto singolare in cui fisica e filosofia possono intrecciarsi proficuamente, dando vita alle diverse contemporanee interpretazioni. Ma com'è possibile che esistano più interpretazioni di una stessa teoria? E a che cosa servono? Da quali presupposti concettuali partono e a quale realtà si riferiscono? Ed è vero quanto riferisce Rebecca Goldstein in Properties of Light, che "in altri contesti, quelli non scientifici, la differenza tra chi è convinto dell'esistenza di una realtà indipendente e chi no è grosso modo correlata alla distinzione tra chi è sano di mente e chi dà i numeri"? E perchè Einstein, Bohr, lo stesso Mermin (padre della famosa sentenza "Shut up and calculate" - persino lui), dovettero uscire dai confini della fisica e
improvvisarsi filosofi per affrontare appieno la questione?