Circa 150 studenti partecipanti
In aula F.Parodi e E.Robutti
IL SENSO DELLA BELLEZZA
di Valerio Jalongo
(Italia, Svizzera, 2017) | Documentario | 75'
Focus del film è la realizzazione di macchine immense come LHC e della loro “bellezza”, diversa dai canoni tradizionali, ma non meno coinvolgente. Usando le parole degli autori, “mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza”. Molti scienziati di primo piano sono stati coinvolti nella produzione di questo film, da Fabiola Gianotti a Paolo Giubellino, da John Ellis a Sergio Bertolucci, a molti altri.
Un'esplorazione del legame tra scienza e bellezza attraverso il lavoro di scienziati del CERN, a Ginevra. Alla vigilia di un nuovo eeccezionale esperimento, a quattro anni dalla sensazionale scoperta del “Bosone di Higgs"
Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della Natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà.
Mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in Dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti loro sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso… il senso della bellezza.
NOTE DI REGIA
Molti di noi assistono con sgomento alla crisi dell’Europa, del suo sistema politico, dei suoi ideali assediati da antiche diffidenze e nuovi fanatismi. C’è un’istituzione europea però che resiste, e anzi sembra aumentare il suo prestigio. È il CERN di Ginevra, creato nel dopoguerra dai fisici europei quasi come antitesi al Progetto Manhattan – che portò alle bombe americane di Hiroshima e Nagasaki.
"Il senso della bellezza” racconta un momento speciale del CERN, a sessant’anni dalla sua nascita. È l’inizio di un nuovo eccezionale esperimento con l’LHC – il Large Hadron Collider.
I fisici degli ultimi cento anni hanno imparato a loro spese che siamo di fronte ad alcuni aspetti della Natura che sembrano assurdi.
La Fisica moderna ha distrutto le ultime certezze che venivano dalla nostra esperienza del mondo, ma non ha trovato una spiegazione altrettanto certa e definitiva. La scienza, questo dovremmo averlo capito ormai, non cerca verità assolute, è sempre in cammino, sospinta solo dal dubbio e dall’ansia di conoscere.
“La natura ama nascondersi” diceva Eraclito. Ma la natura non è forse ciò che è ovunque intorno a noi? Cos’è che ci sfugge? C’è qualcosa di invisibile ai nostri occhi?
È invece questa la matrice profondamente umana che rintracciamo nella Fisica e in particolare nelle ricerche del CERN. Nonostante la complessità in cui ognuno di noi vive immerso, la frammentazione ed estrema specializzazione delle competenze e dei mestieri, resta il bisogno di superare la paura che tutto questo ci infonde, e ancora di più, l’aspirazione a comprendere di cosa siamo parte.
Come diceva Einstein, il mistero più grande è la nostra capacità di conoscere l’universo, di afferrarne la misteriosa semplicità e bellezza.