Il 22, sabato, Jamie Lidell sarà uno degli ospiti d'onore. Sulla Terrazza del Palazzo dei Congressi presenterà in anteprima "Compass", il suo nuovo disco "scritto di getto"- racconta- come mai gli era successo prima. Questo artista gentiluomo che sul palco si trasforma in fuoco incandescente, racchiude in sè, da sempre, tracce di soul, jazz, elettronica e sperimentazione e, a proposito di quest'ultima, qualche tempo fa ci confidava: "E' importante riporre interesse nel tessuto totale della realtà. Sperimentare è la conseguenza della mia mente in un determinato momento. Nella musica gioco con gli strumenti elettronici portandoli al loro punto massimo e con la mia voce faccio lo stesso."
Sempre il 22 l'eclettismo raffinato di Pantha du Prince giocherà con precisione nel trasformare gli stilemi techno e house in sofisticate sonorità. Nel salone della Cultura si esibiranno anche Jeff Mills e Joris Voorn. Attessissimo sarà il ritorno, dopo quasi un decennio, del melanconico Gil Scott-Heron: una voce intensa ed un animo sincero e sofferto, per il padre del rap che si presenterà con "I'm New Here", suo nuovo lavoro che ha già raccolto diversi elogi. Da segnalare anche The Phenomenal Handclap Band, una band che tra indie rock, funk e soul sta rumorosamente e allegramente conquistando il mondo.
Il 23 maggio è prevista una chiusura importante per il festival, se non altro per il luogo storico dove avverrà: dalle 19 l'incontro è all'Ara Pacis, dove si attende imponente la vertigine sinestetica di luci, suoni e geometrie laser di Edwin Van Der Heide. Una implementazione dei sensi e delle percezioni, un bagaglio d'esperienza virtualmente immenso.