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Energia e ambiente: i numeri che contano
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Aula Conversi (Dip. di Fisica - Edificio G. Marconi)
Aula Conversi
Dip. di Fisica - Edificio G. Marconi
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Nel rapporto IPCC del 2007 è scritto che: “ le attività umane sono inequivocabilmente (probabilità > 99%) responsabili dell’aumento della temperatura del pianeta, della crescita del livello degli oceani e dello scioglimento dei ghiacci”. Partendo da questa affermazione si discuterà dei possibili sostituti dei combustibili fossili che oggi rappresentano l’81%
della domanda mondiale d’energia. Una quantità enorme dell’ordine dell’energia prodotta nel centro della Terra (quella che alimenta la deriva dei continenti , i terremoti e i vulcani), destinata a crescere per il miglioramento delle condizioni di vita dei paesi poveri. Davanti a un simile numero si deve constatare che due sole fonti hanno la potenza necessaria a soddisfare la domanda d’ energia del mondo: il sole e il nucleare (da fissione oggi e da fusione tra 50 anni). Il resto (vento, mare geotermia ecc. ecc. ) contribuiranno al bilancio energetico, ma solo in modo marginale. Se l’analisi è corretta è evidente che l’uso dei combustibili fossili può
essere oggi contrastato solo con il nucleare perchè i costi del solare sono ancora troppo elevati, in questo settore sarebbe opportuno investire in ricerca e non in impianti che spesso non producono nella loro vita l’energia necessaria a costruirli. Il sole e il nucleare non sono da soli la soluzione del problema perchè producono energia elettrica, che è solo 1/7 del fabbisogno
energetico mondiale (auto, aerei, industria ecc, ecc. non la usano). Per queste attività, che producono la maggior parte dei gas serra, non esiste una soluzione immediatamente utilizzabile. Molto deve quindi essere investito in ricerca. Molto dovrà anche essere fatto per migliorare l’agricoltura che, oltre a consumare gran parte delle risorse idriche del pianeta è, assieme alla produzione d’energia, il principale responsabile del disastro ambientale.